Storia delle cose banali. La nascita del consumo in Occidente by Daniel Roche

Storia delle cose banali. La nascita del consumo in Occidente by Daniel Roche

autore:Daniel Roche [Roche, Daniel]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 8835953073
editore: Editori Riuniti
pubblicato: 2024-05-05T22:00:00+00:00


Il pulito e lo sporco, il sano e il malsano

La penuria d’acqua suppone una cultura diversa che non va giudicata col metro delle teorie dell’igiene come vengono concepite oggi39, o nell’ottica di una pre-medicalizzazione delle pratiche. Le abitudini di buona o cattiva pulizia, associate, da tutti gli osservatori colti, alle abitudini di vita popolare, sono innanzitutto la traduzione di una diversa cultura del corpo e di altre forme di civiltà. È, in tutta evidenza, un antico habitus in cui regnano delle consuetudini olfattive e delle tolleranze rispetto alla sporcizia, o anche al sano e non sano, diverse dalle nostre40.

A lungo l’individuo olezzante è indice di forza e prosperità; come può testimoniare tutta una serie di proverbi41. La peste viene combattuta dal tanfo degli spurghi, i cumuli di letame alla porta non danno fastidio a nessuno ed evocano la ricchezza delle famiglie - è un buon segnale per avere un’idea delle speranze dei fidanzati. A lavarsi troppo si temeva di perdere il proprio vigore nell’acqua del bagno, e i bambini crescevano meglio quando erano dotati di una solida crosta di grasso sulla nuca. L’uso del bagno tiepido era macchiato da una reputazione lasciva, condannata dai moralisti di tutte le confessioni religiose. Insomma, associando l’odore forte alla buona salute, i francesi nutrivano una diffidenza collettiva durevole nei confronti di qualsiasi tipo di abluzione. Gli interni delle case del popolo parigino rivelano questa tolleranza verso ciò che è nauseabondo, e suggeriscono un ambiente specifico di fronte al quale i medici modernisti aggrottano la fronte, e che non può cambiare se non con il controllo dell’acqua.

Per la maggior parte della gente, la disponibilità è dunque limitata, come anche i bisogni. Si impone un uso parsimonioso per quanto riguarda il fatto di lavare i piatti, di fare le pulizie, il modesto bucato, le scarse abluzioni corporali, salvo per quanto concerne i ricchi e la nobiltà. Se tutti questi dati vengono a essere modificati man mano che si sale la scala sociale, essi lo sono senza grandi variazioni quantitative e qualitative. Sappiamo bene quali odori regnino sui risvolti del Gran secolo, e quali tolleranze possano sussistere sotto gli ori e gli specchi di una civiltà delle apparenze42.

Dal XVII al XIX secolo nelle società rurali e urbane è possibile osservare due cambiamenti simultanei: da una parte la civiltà dei costumi impone progressivamente a tutti dei nuovi vincoli per quanto riguarda le abitudini corporali - e tali vincoli sono inseparabili dalle pratiche vestimentarie43dall’altra, il consumo dell’acqua resta a lungo stabile, mentre quello della biancheria cresce proporzionalmente alle norme della buona creanza44. I due comportamenti sono inseparabili e le esigenze sociali che dettano l’antico rapporto con l’igiene del corpo non sono meno forti di quelle degli igienisti del XIX e del XX secolo.

Gli storici dei valori comportamentali descrivono un Medioevo in cui l’acqua conta, i bagni sono frequenti, ed esistono sistemi di riscaldamento indispensabili nello spazio pubblico urbano, in cui l’uso ludico dell’acqua si unisce a una relativa pulizia. Esistono fiumi frequentati, bagnanti nei bagnos, che sono insieme terme e bordelli, ed esistono fonti iniziatiche.



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